Tra ostacoli e contestazioni, la variante al PGT arriva al traguardo: Vimercate destinata alla paralisi
Oltre 120 osservazioni da parte di cittadini e operatori (delle quali solo 6 sono state accolte), una trentina di richieste di integrazione e rettifica da parte degli Enti pubblici sovraordinati e una decina di ricorsi al TAR: questo è il bilancio finale con cui la “partecipata” variante al PGT fortemente voluta da questa Amministrazione arriva al traguardo dopo quattro anni di mandato.
E’ difficile cogliere il senso di questo intervento, che non sia quello di poter fornire all’Amministrazione in carica uno strumento di propaganda sul tema della riduzione del consumo di suolo.
Ma, soprattutto, è difficile cogliere l’interesse pubblico di questo intervento quando:
– si tagliano volumi qua e là, senza criterio e senza pianificazione alcuna e causando danni ai cittadini;
– si toglie edificabilità ad aree urbanizzate già inserite in complessi industriali, prive di vocazione agricola/ambientale, impedendo così lo sviluppo e l’ampliamento di attività già presenti e consolidate sul territorio, con gravi ripercussioni sull’indotto occupazionale che ne sarebbe conseguito;
– si vieta, perché ritenuto inutile e sproporzionato rispetto al fabbisogno abitativo della città, il recupero dei sottotetti, quando la Legge regionale lo consente e lo promuove (proprio) con lo scopo di contenere il consumo di suolo e di favorire interventi per il contenimento dei consumi energetici;
– si eliminano, senza ragione alcuna se non quella di smentire la precedente Amministrazione, quei meccanismi che hanno consentito ad operatori internazionali di trovare la sostenibilità economica per investire sul nostro territorio e di realizzare interventi come l’Energy Park. La conseguenza è che ora gli stessi operatori potrebbero decidere di fare marcia indietro e di bloccare il completamento dell’area, con gravissimo danno per la nostra città.
Insomma, mentre nel resto del mondo si cercano strategie per favorire gli investimenti, a Vimercate si sposa la causa della decrescita (in)felice e si lavora per disincentivarli e per ingessare la città per i prossimi decenni. Quel che è certo è che manca un anno alla scadenza del mandato e chi verrà dopo di loro avrà un gran da fare per mettere pezze ai loro danni.
Variazioni di urgenza e interventi per l’emergenza Covid.
Dall’inizio dell’emergenza Covid abbiamo collaborato con l’Amministrazione per favorire e sostenere gli interventi a sostegno delle famiglie e delle attività produttive drammaticamente colpite dalle conseguenze economiche del lockdown.
Questa volta ci siamo però dovuti astenere sulla variazione d’urgenza che ha stanziato le risorse per il bando a sostegno dei commercianti. Siamo stati proprio noi a proporre e volere questo bando, ma riteniamo che le risorse stanziate siano troppe poche rispetto alle disponibilità (solo 325.000 euro a fronte di un avanzo di amministrazione di diversi milioni di euro). Inoltre, nonostante le nostre richieste, non si è voluto tenere conto in alcun modo dei criteri da noi suggeriti per un bando equo ed equilibrato. Il risultato è un bando che taglierà fuori molte delle attività presenti sul territorio e che non terrà conto di parametri fondamentali come, per esempio, la presenza di personale dipendente a carico.
A quanto pare, però, non siamo i soli a pensarla. Il Consigliere di maggioranza Carlo Amatetti, per analoghi motivi, ha rimesso le sue deleghe al commercio e da almeno tre sedute di Consiglio comunale lui e la consorte Consigliera Mauri disertano l’assise.
Approvati invece, anche con il nostro voto, l’esenzione dall’1 maggio al 31 ottobre della COSAP per gli operatori del mercato settimanale, nonché il differimento del termine di scadenza della quota comunale di acconto IMU 2020 e delle rate TARI 2020.
Il nuovo Regolamento per l’assegnazione degli immobili comunali alle associazioni senza scopo di lucro: un fulgido esempio di formalismi inutili, burocrazia e tanta opacità.
L’intento dell’iniziativa era quello di mettere ordine al sistema di assegnazione degli immobili comunali alle associazioni.
Il risultato? Un potpourri di formalismi e di burocrazia che allontana le associazioni vimercatesi dall’Amministrazione comunale e ne snatura il rapporto storicamente basato sulla collaborazione, sulla solidarietà e sul quel senso tipicamente vimercatese di comunità.
Da oggi, infatti, la Giunta (giammai il Consiglio comunale!) deciderà che destinazione dare agli immobili comunali, i bandi saranno aperti solo alle associazioni iscritte all’Albo delle associazioni (previo deposito di documenti, bilanci, dichiarazioni sulle fonti di finanziamento, stipula di polizze assicurative e quant’altro) e il canone di occupazione potrà essere ridotto o azzerato SOLO per quelle associazioni i cui scopi statutari siano espressamente richiamati dai documenti programmatici dell’Amministrazione comunale.
In sostanza, o le associazioni perseguiranno scopi e politiche dell’Amministrazione o dovranno pagare per avere sede in città.
Ecco come come un’iniziativa apparentemente banale, di semplice “riordino”, può in realtà rischiare di distruggere il tessuto sociale della città. Alla faccia, come sempre, dell’equità e della trasparenza.