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Partecipazione democratica e cittadinanza attiva a Monza

Pubblichiamo l’intervento finale a cura di UMBERTO MASSAFRA

POSIZIONE DI AZIONE SUL TEMA

Come “Cittadino Attivo”, e quindi esprimendo il mio personale stato d’animo, mi sento frustrato per l’evidente ritardo che la mia città ha accumulato su queste tematiche e per il fatto che, nel confronto con altre realtà, la Partecipazione a Monza sia, di fatto, fortemente circoscritta solo a specifiche tematiche, spesso secondarie, ed evidentemente vissuta dalla politica più come un peso o un male necessario che come un valore propulsivo a supporto dell’azione di governo.

Del resto, è più facile e politicamente meno “impegnativo” chiedere alle Consulte di scegliere una panchina da pitturare di rosso per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, per carità iniziativa lodevolissima (e lo sottolineo 100 volte!), piuttosto che verificare con le Consulte l’impatto preventivo sulla viabilità e sul verde pubblico della costruzione di un nuovo insediamento urbanistico, o lavorare insieme alla istituzione delle “Zone scolastiche a traffico regolamentato”, o chiedere alle Consulte di co-progettare una nuova ciclabile o, ancora, definire con le Consulte le modalità di riqualificazione di un bene comune dismesso mettendolo a disposizione del quartiere….

E qui allora la domanda che mi faccio, questa volta non come “Cittadino Attivo” ma come membro di AZIONE, è questa: quale modello di Partecipazione si merita MONZA?

La questione è politica, riguarda la volontà politica e va ben oltre la stesura del nuovo regolamento, in discussione da oltre un anno secondo un processo che ha provocato anch’esso polemiche, incomprensioni e ritardi.

Secondo noi di Azione, il nuovo regolamento, circolato in bozze alla fine dell’anno appena concluso e che dovrà essere eventualmente emendato e poi definitivamente approvato, non fa una grinza dal punto di vista, appunto, “regolatorio”…

Peccato che sia quasi tutto incentrato sul funzionamento interno delle Consulte, regolandone, giustamente, le modalità di iscrizione, l’elezione dei coordinatori, le modalità e le tempistiche di lavoro.

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Un esempio emblematico è che, leggendo il capitolo che riguarda le loro “FINALITA’”, le Consulte, secondo il nuovo regolamento,:

  1. Informano i cittadini sulle proprie iniziative e su quelle sulle quali l’Amministrazione decide di coinvolgerle;
  2. Orientano le proprie iniziative alla collaborazione con le realtà sociali del quartiere;
  3. Collaborano, elaborando le proprie proposte verso l’Amministrazione relativamente a cura, rigenerazione e gestione dei beni comuni attraverso Patti di Cittadinanza e Collaborazione;
  4. Promuovono verso l’Amministrazione Comunale, a propria cura, stimoli e proposte sulle problematiche di quartiere.

Per carità, tutto formalmente corretto, e anche sfidante, visto che le funzioni che si assegnano alle Consulte sono, di fatto, esclusivamente addossate alle Consulte stesse e alle capacità del manipolo di VOLONTARI (giova ricordarlo) che le compongono…

Ma l’Amministrazione, in tutto questo, dov’è?
Quale visione di città propone alle Consulte per stimolarne la progettualità?
Su quali priorità progettuali coinvolge le Consulte per valorizzarne il ruolo?
Come si impegna a garantire tempi e modalità trasparenti di coinvolgimento che non siano quelle del “contentino a cose fatte”, e quindi di una partecipazione alle decisioni inesistente o limitata a elementi secondari perché strumentalmente richiesta quando le decisioni sono state già prese ed è troppo tardi per modificarle…?
Quali risorse, non parlo si soldi ma di professionalità, strumenti, dati, informazioni, l’Amministrazione mette a disposizione delle Consulte per aumentarne la produttività?
Come mette davvero la cittadinanza al centro della propria attività, rendendo le Consulte un vero fulcro e favorendo quindi la partecipazione alle Consulte da parte di nuove fasce di cittadini come, ad esempio, i giovani? (Potrei sbagliarmi ma non mi risultano under 40 in nessuna Consulta…Se fossi un Amministratore avveduto e che guarda al futuro mi farei qualche domanda…)
Come si impegna l’Amministrazione a rispettare i tempi nella implementazione delle iniziative condivise con le Consulte stesse? (A questo proposito, scusate il breve inciso polemico, qualcuno dei presenti, membri di Consulte, mi sa dire che fine ha fatto il progetto “Le città nella città”, partito oltre 3 anni fa e che ha visto le Consulte investire centinaia di ore di lavoro?)

E’ chiaro che la questione è politica, di volontà politica, e riguarda l’assenza oggi a Monza di un modello chiaro di Partecipazione, come peraltro di tante altre cose, a cominciare da una visione strategica e quindi pluriennale della città sulla quale lavorare insieme, Amministrazione e Consulte.

Noi di Azione, partiremo da questo: una visione di città e un modello di Partecipazione fortemente ispirato ai contributi che i nostri ospiti ci hanno fornito questa mattina.

Un modello che coinvolga non solo le Consulte ma anche tutte le forme organizzate in cui i cittadini si sono liberamente costituiti, Comitati, Associazioni, ecc., e anche singoli cittadini.

Un modello di Partecipazione basato su 5 assi principali:

  1. programmazione a medio/lungo termine della collaborazione sugli indirizzi strategici dettati dalla Visione di Città: riteniamo che sia compito della politica quello di elaborare una visione a medio lungo termine della città assumendosi la responsabilità gestionale e amministrativa della sua realizzazione e delle sottostanti decisioni, anche quando potrebbero scontentare una minoranza. Allo stesso tempo riteniamo imprescindibile il contributo della cittadinanza, chiamata a elaborare proposte che siano coerenti con la Visione e siano programmate con tempi e modalità adeguate a renderle davvero realizzabili. Nella nostra visione, ad esempio, è centrale la SOSTENIBILITA’. Di conseguenza il Modello di Partecipazione deve focalizzarsi, in via preponderante e non esclusiva, sulle progettualità negli ambiti della riduzione del traffico, dell’incremento del verde, della promozione della mobilità dolce, della rigenerazione delle aree dismesse, ecc.
  2. condivisione della conoscenza: l’asimmetria informativa è, secondo noi, l’elemento più critico su cui la Partecipazione si incaglia e resta, come avviene a Monza, di fatto, incompiuta. Elaborare proposte e co-progettare soluzioni a problemi complessi necessita di dati numerici, informazioni qualitative, know- how tecnico, disponibilità di strumenti, a cui i cittadini non hanno accesso o hanno accesso solo virtuale. Su questa asimmetria una Amministrazione “poco volenterosa” costruisce una Partecipazione fittizia e quindi una non Partecipazione. E’ dovere dell’Amministrazione, soprattutto sui temi oggetto di potenziale lavoro comune, di mettere a disposizione dei cittadini tutte le informazioni necessarie, in modo strutturato, in tempi adeguati, in forma fruibile anche a non addetti ai lavori. Nei limiti del possibile, dovrebbero essere messe a disposizione della progettualità comune anche le professionalità tecnico-amministrative di cui una Amministrazione Comunale come quella di Monza è sicuramente piena.
  3. Trasparenza: significa tenere costantemente informati i cittadini sugli stati di avanzamento dei progetti a cui essi stessi hanno lavorato. A questo proposito, nell’ottica di un rapporto paritario, e pur rimanendo le Consulte organi meramente consultivi, riteniamo utile introdurre dei processi di monitoraggio e controllo circa la qualità e l’efficacia della comunicazione tra le Consulte e l’Amministrazione. Così come l’Amministrazione, impone frequentemente delle scadenze nelle risposte da parte delle Consulte su determinati temi, altrettanto, l’Amministrazione dovrebbe essere obbligata a fornire in tempi certi delle risposte (cito nuovamente “Le città nella città” per chiarire a cosa mi riferisco, e tutti i presenti qui sanno che potrei fare molti altri esempi);
  4. forte spinta alla digitalizzazione del processo partecipativo: si tratta di sfruttare la tecnologia per rendere effettive, efficaci ed efficienti la condivisione della conoscenza e la trasparenza citate ai punti precedenti. In un mondo in cui decine di persone lavorano su progetti complessi a migliaia di chilometri le une dalle altre, non si può gestire un processo Partecipativo, a Monza, nel 2022, con le e-mail e con lo scambio di documenti cartacei…Azione propone un forte investimento in tecnologie digitali al servizio del processo Partecipativo e, più in generale, per l’accesso da parte dei cittadini a informazioni e servizi;
  5. rafforzamento e sviluppo degli strumenti di Partecipazione: questo punto è una naturale conseguenza di quelli precedenti. Un modello di Partecipazione programmato sulla base di priorità di medio-lungo termine, che condivide conoscenza, che promuove vera trasparenza, basato su tecnologie digitali evolute permette di rafforzare e sviluppare gli strumenti della Partecipazione sia in senso verticale (progetti sempre più completi ed efficaci) sia in senso orizzontale (con un auspicabile aumento numerico dei progetti ma nel rispetto della coerenza tra di essi e rispetto alla visione generale). E questo che si tratti di Patti di Cittadinanza, di Patti di Collaborazione, di altri istituti o del Bilancio Partecipativo, tutti strumenti a cui Azione intende dare nuovo impulso.