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I servizi educativi della prima infanzia

L’Italia è il Paese che in Europa ha più bisogno di investire nei servizi educativi per la prima infanzia e nella creazione di posti nido (gli asili nido italiani offrono solo 25 posti su ogni 100 bambini rispetto ai 33, target della Ue e ai 51 della Francia).

Azione è fortemente convinta che promuovere e sviluppare questo settore significa investire sul futuro del nostro Paese, infatti, prendersi cura delle prime fasi della vita dei bambini vuol dire garantire loro salute, opportunità e felicità.

E’ dimostrato che nei primi 5 anni di vita i bambini sviluppano le facoltà non cognitive (determinazione, fiducia, autostima) che sono la base di una vita stabile e proficua.

Non solo, ma è proprio in questa fascia di età che si sviluppano anche le più grandi disuguaglianze tra chi cresce in ambienti sicuri, stabili e formativi e chi, invece, cresce in ambienti instabili e privi di sollecitazioni.

I servizi della prima infanzia, quindi, concorrono a ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali favorendo l’inclusione attraverso un’adeguata organizzazione degli spazi e delle attività.

Inoltre, garantire i servizi della prima infanzia significa aiutare i genitori a conciliare la vita lavorativa con quella familiare, a sviluppare le loro potenzialità e a favorire l’occupazione e la realizzazione femminile.

Tale investimento può, infine, essere una efficace leva a favore della natalità, contribuendo in tal modo ad arginare, almeno in parte, la spirale negativa demografica che da decenni affligge l’Italia.

Oggi la provincia di Monza riesce a coprire in media 28 posti ogni 100 bambini, peraltro con forti disparità tra i comuni della provincia.

La copertura della popolazione infantile cittadina interessata è pari al 38,6 %, servito per il 14,10% dal settore pubblico e per il 24,50% dal settore privato.

Azione – nelle proprie proposte sul Next Generation Eu – prevede di arrivare in 6 anni al target di copertura del 48% della popolazione infantile con un incremento del 10%  con un  mix 20% pubblico e  80% privato convenzionato e con la previsione della gratuità del servizio per la maggioranza dei cittadini con un reddito fino a € 25.000 annui (ISEE), l’erogazione di una quota decrescente del bonus nido tra i €25.000 e €40.000 fino all’azzeramento oltre i 40.000.


(fonte Openpolis su dati Istat)

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